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Estratto de La lettura spirituale

>>Il mondo dei libri

>>Come leggere

Il mondo dei libri

1 . Humbert de Romans (domenicano, 1200?-1277)
Bisogna notare che alcuni che proteggono accuratamente il formaggio dai topi, le mele e le pere dal rischio che marciscano, custodiscono malamente i libri sacri sia perché li deturpano con le loro mani indegne per mancanza di rispetto, sia perché li perdono per distrazione, sia perché li rovinano per incuria, il che è veramente da deprecare dal momento che i libri sono cose sacre. Expositio 97

2 . Jean Mauburne (devotio moderna, 1460-1501)
Si deve usare riguardo nei confronti dei libri ed evitare il contatto con la nuda mano, la quale, anche se è pulita, poiché è porosa facilmente li macchia e li sporca. Non va neanche bene - dice Bonaventura - imprimere le dita nude sui margini delle pagine o tenere accesa su di esse una lucerna. Non si tenga il libro aperto inutilmente e lo si chiuda stringendo i legacci cautamente. Non è degno del libro chi non sa custodirlo! Rosetum spirituale 163

3 . Humbert de Romans (domenicano, 1200?-1277)
Benché alcuni abbiano dei libri e siano ben custoditi, tuttavia mai o raramente li leggono. Si narra che il re di Francia Ludovico, quando dei religiosi gli mostrarono dei libri bellissimi, avesse detto loro: «Sarebbe stato meglio che fossero stati più rovinati», avendo notato che li avevano letti poco. Expositio , p.98

4 . Alonso Rodriguez (gesuita, 1538-1616)
Nel buon libro ho un consigliere buono e libero, come ben diceva quel filosofo, quello che alle volte non osa dire l'amico e il consigliere lo dice senza timore alcuno il libro, avvertendomi dei miei vizi e difetti, riprendendomi ed incoraggiandomi. Esercizio di perfezione 234

5 . Giulio Negroni (gesuita, 1553-1625)
C'è un vecchio proverbio che dice che i codici e i libri, in particolare quelli più antichi di noi, sono come dei maestri muti e morti. I saggi ci esortano a leggerli per acquistare sapere e virtù, senza pensare al fatto che ci sia o non ci sia la loro viva voce, dal momento che ci insegnano il vero senza scompiglio e senza rumore di parole. lectio privata 370

6 . Jean Gerson (1363-1429)
Confesso nella mia ignoranza che per trent'anni e più ho tenuto a portata di mano questi libri di cui ho parlato, leggendoli di frequente e meditandoli spesso nelle parole e nei contenuti. Ed ecco giunto alla serenità di questa età, mi sembra appena di avere cominciato a gustarli come avrei voluto, perché pur avendoli letti ripetutamente, li sento e mi piacciono come se fossero sempre nuovi, come direbbe Orazio a proposito di un poema o di una immagine poetica elegantemente riuscita: «Dieci volte ripetuta mi piacerà». Lettera del 9.5.1426 , p.120


Il piacere di leggere


7. Alonso Rodriguez (gesuita, 1538-1616)
Questa è una avvertenza molto importante, perché c'è grande differenza tra il leggere per sapere e il leggere per profittare, tra il leggere per altri e il leggere per sé: nel primo caso si tratta di studiare, nel secondo di lettura spirituale. Se quando leggi ti poni per obiettivo di sapere le cose o di trarre materia per potere poi predicare e riferire ad altri, questo sarà studio per altri non lettura spirituale per tuo profitto. Eserczio di perfezione 232

8. Bernard de Besse (francescano, XIII sec.)
L'attenzione dei novizi deve essere massima nell'assiduità alla preghiera, nell'espletamento dell'ufficio divino e nella dedizione ai fratelli. Pertanto nella lettura, se è lecito permettersi qualcosa, non si cerchi ciò che possa stimolare l'intelletto, quanto ciò che serve a formare i costumi, «non la scienza quanto il sapore». Speculum disciplinae , p.91

9 . Gerhard Zerbolt (devotio moderna, 1367-1398)
In tutte le cose che sei solito fare bada a rinvenire un qualche piacere. Il piacere infatti fa continuare chi è impegnato in un'azione. Temi in assoluto il tedio della mente. In tutto deve essere questo il tuo unico fine, perché tu possa perseverare gradevolmente nella tua azione e nei tuoi esercizi. De spiritualibus ascensionibus , p.114

10. Jean Mauburne (devotio moderna, 1460-1501)
[Ogni lettura] deve tradursi in un coinvolgimento affettivo e pratico, «per cui nulla si studi, nulla si legga, .niente si mediti - dice Gerson - che non abbia lo scopo immediato o mediato di accendere la passione», infatti a questo tende il fine ultimo della sacra religione. Rosetum spirituale , p.148

11. Jean Mauburne (devotio moderna, 1460-1501)
Per chi vive cristianamente la lettura deve essere una esortazione non una occupazione, deve alimentare buoni desideri non spegnerli Rosetum spirituale , p.154

 

Come leggere


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2. Vecchio amico
Chi invece indugia, si sofferma e con calma studia i libri salutari è simile a un vecchio amico con cui si è contratta una stabile amicizia, che ti ricambia con un amichevole affetto, che sa trarre frutto dal continuo rapporto con l'amico senza mai dimenticarsi di lui. Per questa ragione questa nostra pratica del leggere deve essere come una lunga sosta non come il passaggio di chi va di corsa: l'attenzione di chi si sofferma, non lo sguardo di chi passa oltre. Negroni 323

13. Pioggia mite
Come l'acqua impetuosa e vorticosa non penetra né rende feconda la terra, come fa una pioggia mite, così, perché la lettura passi e imbeva di più il cuore, è necessario che il modo di leggere segua delle pause e abbia una misura. rodriguez 230

14. Cercatore d'oro
Infatti costoro, pur avendo rinvenuto pochi frammenti d'oro, insistono nella loro opera, si impegnano nella miniera, finché non giungono a una larga vena. Allo stesso modo noi, quando abbiamo trovato qualcosa di utile in un buon autore, stiamo dietro con attenzione e assiduità a quella stessa lettura finché non ci procuriamo il tesoro e le ricchezze spirituali. negroni 324

15. Rileggere un libro
Da quanto detto segue che fanno male quelli che, avendo letto un buon libro, lo mettono in un angolo dicendo: «L'ho già passato». Un buon libro non è da leggersi una volta sola perché se lo leggi una seconda volta ne trarrai maggior profitto, una terza volta ancora di più, e sempre si mostrerà nuovo, come possono sperimentare tutti quelli che hanno intenzione di progredire spiritualmente. rodriguez 235

16. I libri piccoli
Non si eviti di leggere un libro perché di piccolo formato dal momento che, come nei cassettini si è soliti tenere gioie e cose preziose, così può accadere che in esso sia compreso un grande tesoro. Ricci 222

17. La gravidanza dell'elefantessa
Si conservi l'umiltà mentre si legge, si badi di non essere troppo veloci nello scorrere le pagine. La natura infatti non ha voluto che niente di grande si faccia rapidamente e ha imposto degli sforzi per qualsiasi bellissima opera. Questa legge è stata voluta anche per la nascita, di modo che, stando a Plinio, la gravidanza dell'elefantessa dura due anni. A lungo dunque mastichiamo e ruminiamo la parola di Dio e quindi mettiamola in pratica! mauburne 164

18. Balia
Devi dunque tu principiante cercare di leggere per tuo frutto e di fare come la balia che dei cibi che mangia ricava prima il nutrimento per sé e poi del restante ne fa latte per il bambino, non fare invece come la chioccia che fa beccare ai suoi pulcini ciò che trova mentre essa se ne resta digiuna e magra. ricci 219

19. Il bere della gallina
Così ci consigliano i santi i quali dicono che la lettura deve essere come il bere della gallina che beve un poco e subito alza il capo e quindi torna a bere un altro poco e di nuovo alza il capo. rodriguez 230

20. Come non leggere - Un lettore accidioso
San Nilo, contemporaneo di Cassiano, scrive: «L'accidioso, quando legge, sbadiglia spesso, e cade facilmente nel sonno, si sfrega il viso, stende le braccia e alza gli occhi dal libro, fissandoli alla parete. Messosi ancora un po' a leggere, si affatica inutilmente, ritornando sul significato delle parole; conta le pagine, valuta l'impaginazione, critica la scrittura e l'ornato. Alla fine, chiuso il libro, ci mette la testa sopra». negroni 304

 

Cosa leggere


21. La moltitudine di libri
La moltitudine dei libri rappresenta un peso e non istruisce ed è assai meglio che tu ti dedichi a pochi autori che ti disperda leggendone molti. Mauburne 153

22. . anche dei testi sacri
Cosa potrei dire che è la Scrittura se non quella selva, le cui sentenze - come se fossero dei frutti dolcissimi - cogliamo leggendo e meditiamo prendendole in considerazione? Quindi chi in una così grande moltitudine di libri non mantiene una regola e un ordine nelle letture, quasi che facesse un salto nella boscaglia, perde la direzione della retta via; costui rimane nel numero di quelli che sono detti sempre discenti, senza mai giungere al sapere. A tanto vale il discernimento e senza di esso ogni studio è indegno e ogni sforzo inutile». cit. in mauburne 152

23. Lettura integrale
Tu però leggi integralmente un libro. Se risulta congruo con il tuo proposito, se serve alla formazione morale, se accresce la devozione che, come si è detto, segue il timore di Dio, tu devi applicarti a questo libro dal principio alla fine con la giusta dedizione e la dovuta reverenza. Zerbolt 113

24. Divoratori di libri
Polibio equipara i divoratori di libri ai golosi dei banchetti «che assaggiano i cibi imbanditi svariatamente e ripetutamente, senza godere sul momento pienamente e senza in futuro averne frutto o alimento». Negroni 216

25. Un cibo indigesto

Un cibo indigesto, che non viene bene assimilato, genera umori cattivi e corrompe il corpo, così la molta scienza ingerita, che non si trasforma in opere, corrompe e appesantisce. mauburne 175

26. Libri-medicamento
I libri spirituali sono dei medicamenti, chi cambia libri, cambia anche medicamento, ma è un detto dei medici che la variazione frequente delle medicine è dannosa. Negroni 314

Quando leggere


27 . Tempo per leggere
§ 22. Da ciò deduco che la lettura ordinaria e quotidiana non è necessario che sia lunga, particolarmente per lo studioso e massimamente per chi è impegnato in compiti pubblici. San Tommaso leggeva un poco ogni giorno e il nostro Diego Alvarez de Paz dedicava alla lettura quotidiana un'ora o una mezz'ora.

Io non oso indicare lo stesso. [però ritengo che bisogna fare] in modo che non sia più breve di un quarto d'ora né più lunga di un'ora. Se è più breve di un quarto d'ora non si ricaverà da essa alcuna utilità., se è più lunga di un'ora reca fastidio e affligge lo spirito, come insegna Ugo di san Vittore con queste parole: « La lettura suole recare fastidio all'animo e affliggere lo spirito in due modi, sotto il profilo qualitativo, nel caso essa sia alquanto oscura e sotto il profilo quantitativo nel caso essa sia alquanto prolissa; in entrambi i casi bisogna avere una grande cautela, affinché quanto è richiesto per dare sollievo non finisca per soffocare ».

Anche san Girolamo, nella citata istruzione alla vergine Demetriade, insegna che deve essere evitato lo sforzo che procura affaticamento.

Un incerto autore, fornendo alla stessa i precetti di una vita perfetta, afferma che « la lettura deve essere moderata; il giudizio deve indicarne la fine e non la stanchezza. Infatti come i digiuni smodati, l'ardore dell'astinenza, le veglie eccessive ed esagerate portano all'intemperanza, per cui per essere state troppe fanno sì che in seguito non si possa farne neanche poche, così impegno eccessivo nella lettura merita il rimprovero ».

Quando si parla di lettura straordinaria, e anche di quella ordinaria, direi che serve molto ad istruire e ad orientare l'uomo dedito alle questioni spirituali e il religioso, quel proverbio dei romani sullo studio che riferisce Plinio il Giovane: « Bisogna leggere intensamente, non molte cose [multum legere, non multa]».

Nelle scuole si direbbe che bisogna leggere intensivamente e non estensivamente; cioè bisogna impegnarsi con cura e attenzione su pochi libri ma buoni, distinti e confacenti allo scopo, piuttosto che nell'indifferenza e sconsideratamente scorrere tanti autori che non sono idonei.

Non solo, ma pochi libri devono essere letti da coloro che lo fanno per curare l'animo e non per esercitare l'ingegno; basta sfogliare poche pagine dello stesso codice, ripensare a poche frasi ma scelte, perché molti rimedi affaticano e opprimono l'animo. Giulio Negroni , lectio privata , loc. cit pp.295-298

 

Perché leggere

 

28. Suono di tromba
I nostri pensieri vagando sono simili a dei disertori, che molto facilmente possono essere uccisi dai nemici o essere fatti prigionieri, egli riteneva, e questo giustamente, che la lettura è come un suono di tromba che richiama alla ritirata e che riporta gli sbandati sotto la tenda del capitano e sotto il vessillo della coscienza. negroni 357

29. Medicamento 1
Chi si dedica alla lettura spirituale è malato nell'animo per via delle passioni e dei vizi, per i quali domanda una medicina. I libri spirituali sono dei medicamenti. negroni 314

30. Elogio delle Scritture
O sacra lettura, tu amica mia, tu mia diletta, io sul tuo seno mi calmo dall'agitazione e dolcemente in te prendo pace, tu mio conforto in ogni mia angoscia, da cui sono continuamente afflitto, tu mio scudo contro tutti i miei avversari, tu mia guida, che mostri la via di Dio, tu sei sorella della santa umiltà, tu sei colei che ha guadagnato a Dio molte anime, dal momento che mostri al contempo la potenza e la misericordia di Dio, affinché chiunque ti comprende non possa mai venir meno nella speranza di essere nel giusto. Beato l'uomo che ti ama, perché nella verità insegni la via di Dio senza prendere la parte di nessuno e senza curarti d'altro. Sorella mia ed eletta sposa, che ho scelto per me come madre, sorella e sposa perché rendi nobili i costumi rozzi, ricco il povero, penitente il peccatore, conducendo tutti quelli che ti prediligono ai sommi onori. Tu fai del figlio del povero un signore, di un semplice un sacerdote, di un ignorante un dottore, di un debole un forte. Tu sei quel campo in cui giace nascosto il tesoro della sapienza e della scienza di Dio, che chi lo trova per la gioia vende tutto ciò che ha e lo compra. In te è racchiusa quella perla della quale va in cerca il mercante e per la quale trascura tutte le cose di questo mondo. tritemio 181


Dopo la lettura


31. Cosa resta della lettura 1 (l'acqua che scorre)
Né stancherà i vostri animi il fatto che non riuscite a fissare nella memoria tutto quello che leggete, dal momento che, osserva Louis de Blois nello Specchio dei monaci , «come un vaso, che venga spesso riempito d'acqua, resta netto, anche se l'acqua versatavi subito ne scorre via, così la dottrina spirituale se attraversa spesso la mente benigna, anche se non vi si sofferma, tuttavia la rende e mantiene lucida e gradita a Dio». negroni 370

32. Cosa resta della lettura 2 (il laboratorio di profumi)
Come colui che rimane a lungo in un laboratorio di profumi o in un locale di essenze, senza mettersi unguenti o portar via essenze, esce profumato e con un buon odore da quelle stanze, così chi si sofferma a lungo nella lettura di libri spirituali, anche se sembra che non ha imparato niente e a niente gli sia servito, ne viene fuori portando con sé un buon odore, che può essere il proposito di migliorare, oppure un certo abbandono del cuore all'amore di Dio o un altro salutare sentimento. negroni 370

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